domingo, 9 de dezembro de 2012

Ah che dolcezza io sento nello spirito mio in pensare d'avere a ricevere dentro di me quello stesso mio Salvatore che per salvarmi volle essere dissanguato e sacrificato sulla croce per me!

S. Alfonso Maria de Liguori
Aspiraz. amorose a Gesù Sacramentato

IntraText CT - Lettura del testo

  • Testo

Precedente - Successivo




Clicca qui per attivare i link alle concordanze






Testo





- 409 -





I. Egredimini et videte, filiae Sion, regem Salomonem in diademate, quo coronavit illum mater sua in die desponsationis illius (Cant. III, 11). O figlie della grazia, anime che amate Dio, uscite su dalle tenebre della terra ed osservate il vostro re Gesù incoronato con corona di spine, corona di disprezzo e di dolore, con cui lo coronò l'empia sinagoga sua madre nel giorno del suo sponsalizio, cioè nel giorno di sua morte, per mezzo della quale si sposò colle anime sulla croce; uscite di nuovo a vederlo tutto pieno di pietà e d'amore, ora che viene ad unirsi con voi in questo Sacramento d'amore.

Amato mio Gesù, tanto vi è costato dunque il poter venire ad unirvi coll'anime in questo dolcissimo Sacramento? Avete dovuto prima soffrire una morte così amara e vituperosa? Venite, venite presto ad unirvi ancora all'anima mia. Ella era un tempo vostro nemica per lo peccato, ma ora voi la volete far vostra sposa colla vostra grazia. Venite, o sposo mio Gesù, ch'io non voglio più tradirvi, io voglio esservi sempre fedele. Quale sposa amante voglio solo pensare a cercare il vostro gusto. Vi voglio amare senza riserva; voglio essere tutto vostro, Gesù mio, tutto, tutto, tutto.1

II. Fasciculus myrrhae dilectus meus mihi, inter ubera mea commorabitur (Cant. I, 12). L'arboscello di mirra, dopo ch'è ferito, versa per le ferite lagrime e liquore di salute. Il nostro Gesù prima della sua Passione volle per le sue piaghe versare con tanto dolore il suo sangue divino, per donarlo poi tutto a noi per nostra salute in questo pane di vita. Vieni



- 410 -



dunque, o mio caro fascetto di mirra, o mio innamorato Gesù, che sei a me soggetto di dolore e di compassione quando ti considero impiagato per me sulla croce; ma ricevendoti poi in questo dolcissimo Sacramento ti rendi a me assai più soave che non è gradito ad un sitibondo un grappolo d'uva eletta: Botrus Cypri dilectus meus mihi in vineis Engaddi (Cant. I, 14).2 Vieni dunque all'anima mia e ristorami e saziami del tuo santo amore. Ah che dolcezza io sento nello spirito mio in pensare d'avere a ricevere dentro di me quello stesso mio Salvatore che per salvarmi volle essere dissanguato e sacrificato sulla croce per me! Inter ubera mea commorabitur. No, mio Gesù, ch'io non mai più avrò a cacciarvi, né mai più voi avrete a partirvi da me. Io voglio sempre amarvi e sempre stare unito e stretto con voi. Io sarò sempre di Gesù, Gesù sarà sempre mio; sempre, sempre, sempre inter ubera mea commorabitur.

III. Dum esset rex in accubitu suo nardus mea dedit odorem suum (Cant. I, 11). Quando Gesù viene ad alloggiare in un'anima colla santa comunione, oh come l'anima alla luce che porta seco questo Re del cielo vede e conosce la sua bassezza. E conforme la pianta di nardo si conosce la più bassa fra l'altre piante, l'anima si confessa la più vile fra tutte le creature: ed allora poi così umiliata, oh che odore soave rende all'amato suo Re; che per ciò l'invita a sempre più seco unirsi.

Anima mia dunque, se vuoi che Gesù in te riposi riguarda la tua bassezza: chi sei?3 che meriti? ed umiliati quanto devi4 cacciando da te ogni stima propria che allontana da te Gesù e l'impedisce di venire in te a riposare. Vieni a me, caro mio Redentore, vieni; e colla tua divina luce fammi vedere la mia bassezza, la mia miseria, il mio niente, acciò tu possa in me riposare con tuo piacere per non separarti più da me.

IV. Sentite de Domino in bonitate (Sap. I, 1). Anima mia, perché sei così timida e pusillanime a vista della bontà e dell'amore infinito del tuo Signore? Perché sconfidi? Or che sei fatta degna di ricevere in te Gesù Cristo, corrispondano i tuoi sentimenti confidando in quella immensa bontà di Dio che ti dà tutto se stesso. È vero che sono terribili i suoi giudizi, ma sono terribili per li superbi e per gli ostinati; ma



- 411 -



per gli umili e penitenti che desiderano d'amarlo e compiacerlo sono i giudizi suoi tutti misericordia ed amore, uscendo da un Cuore tutto pieno di pietà e d'amore; son tali, che Davide considerando questi giudizi di Dio soprabbondava di speranza: In iudiciis tuis supersperavi (Ps. CXVIII, 43). Questi giudizi lo facevano lieto e consolato: Iudicia tua iucunda (Ps. CXVIII, 39). Memor fui iudiciorum tuorum... et consolatus sum (Ps. CXVIII, 52).

Ah che questo gran Dio è troppo amoroso e cortese con chi lo cerca con amore! Bonus est Dominus... animae quaerenti illum (Ierem., Thren., III, 25). Oh quanto è buono Dio con chi cerca d'uniformare tutta la sua volontà colla sua volontà divina! Quam bonus Israel Deus his qui recto sunt corde! (Ps. LXXII, 2).5 Mio Dio, mio amore, mia speranza, mio tutto, io vi voglio,6 e vi voglio solo per amarvi, per darvi gusto e fare sempre la vostra volontà; fatevi voi da me trovare; fate ch'io vi contenti e che non vi lasci più. Fiat, fiat. Amen, amen.

V. Vox dilecti mei pulsantis: Aperi mihi, soror mea, amica mea, columba mea, immaculata mea (Cant. V, 2). Ecco la voce che fa sentire Gesù sacramentato a chi l'ama e lo desidera. Aprimi, le dice, o anima, il tuo cuore ed ivi io entrerò a stringermi con te: sicché tu unita a me diventerai allora mia sorella per simiglianza, mia amica per la comunicazione de' miei beni, mia colomba per lo dono della semplicità, mia immacolata per lo dono della purità ch'io ti comunicherò.

E poi seguita a dire: Aprimi su: Quia caput meum plenum est rore, et cincinni mei guttis noctium (Cant. V, 2). Come dicesse: Pensa, o mia diletta, ch'io ho aspettata tutta la notte della tua mala vita, menata da te fra le tenebre e fra gli errori. Eccomi ora che in vece di venire co' flagelli a castigarti, vengo in questo Sacramento co' capelli pieni di rugiada celeste per ismorzare in te gli ardori impuri verso le creature, e per accendere in te il fuoco beato del mio santo amore. Vieni dunque, o amato mio Gesù, ed opera in me quello che desideri di fare. Io rinunzio all'affetto d'ogni cosa per essere tutto vostro ed acciocché mi rendiate quello che mi bramate, tutto uniforme a' vostri santi voleri.7



- 412 -





VI. Veniat dilectus meus in hortum suum... comedat fructus pomorum suorum (Cant. V, 1). Dice Cornelio a Lapide8 che questo appunto è l'invito che fa l'anima che desidera la santa comunione a Gesù sacramentato.9 Venite, diletto mio, le dice, nel mio povero cuore che un tempo infelice non era vostro, ma ora per mezzo della vostra grazia è tornato già ad essere vostro. Veniat... et comedat fructus pomorum suorum. Venite e gustate in me di quelle virtù che voi stesso mi recate colla vostra venuta. Deh Signor mio, almeno per onore della vostra maestà purificate l'anima mia, adornatela, infiammatela del vostro amore e rendetela bella agli occhi vostri, acciocché si renda degno albergo di voi.

VII. Ad ubera portabimini (Is. LXVI, 12). Appunto dal sacro altare Gesù sacramentato fa all'anime questo dolce invito: Venite, dice loro, a succhiare il latte mio divino che vi dono in questo Sacramento dandovi a bere il mio medesimo sangue. Ma qual pastore mai, dice S. Gio. Crisostomo, col suo proprio sangue pasce le sue pecorelle? Anche le madri danno alle nutrici ad alimentare i propri figli. Ma voi, o Pastore divino innamorato delle anime, volete nutrirle col vostro sangue stesso.10 Aveva ragione dunque S. Caterina da Siena, che accostandosi alla comunione andava anelante a succhiare questo latte divino, appunto come un bambino si accosta ansioso a succhiare il latte dal petto della madre.11 Ed aveva



- 413 -



anche ragione la sacra Sposa di dire al suo diletto: Meliora sunt ubera tua vino (Cant. I).12 Significando ch'ella prezzava più il latte di questo Sacramento, come spiegano i sacri interpreti, che tutte le dolcezze della terra che sono passaggiere e vane com'è passaggiera e vana la dolcezza e letizia del vino.

O mio amato Gesù, giacché voi volete pascermi questa mattina col vostro medesimo sangue nella santa comunione, è ragione ch'io vi rinunzii volentieri tutte le delizie e gusti che può darmi la terra. Sì che ve li13 rinunzio tutti, e mi protesto ch'eleggo prima di patire tutt'i mali unito con voi, che godere tutti i beni del mondo lontano da voi. Mi basta per ogni contento il contentare e dar gusto a voi che meritate d'esser contentato ad ogni costo. Donatemi voi, vi prego,14 solamente il vostro amore e la vostra grazia, e ciò mi basta e son contento: Amorem tui solum, vi dirò con S. Ignazio di Loiola, cum gratia tua mihi dones, et dives sum satis.15

VIII. Comedite, amici, et bibite et inebriamini, carissimi (Cant. V, 1). Gli amici, cioè gl'incipienti che appena godono la divina amicizia,16 ricevendo la santa comunione si cibano già delle carni di Gesù Cristo, ma si cibano con fatica. I proficienti poi bevono Gesù con minor fatica. Ma per li carissimi poi son dinotati i perfetti, che inebriati di santo amore ed usciti quasi fuori del mondo vivono scordati quasi di tutte le cose, anche di se stessi, attenti solo ad amare ed a contentare il loro Dio.

Amato mio Gesù, non sono già io perfetto, ma voi mi potete far perfetto. Non sono io a voi carissimo per mia mancanza,



- 414 -



perché sono stato un ingrato ed infedele; ma voi potete farmi diventar tale con inebriarmi questa mattina del vostro amore. Adveniat regnum tuum. Venite, diletto mio Signore, a prender possesso di tutta l'anima mia. Fermate in me il vostro regno, sicché voi solo in me regniate, solo il vostro amore comandi ed io al solo vostro amore ubbidisca. Inebriatemi, inebriatemi tutto; fatemi scordare delle creature, di me, degli interessi miei e di tutto, acciocché io non ami che voi solo, mio Dio, mio tesoro, ogni mio bene, mio tutto;17 voi solo sospiri, voi solo cerchi, a voi solo pensi, a voi solo io piaccia. Fatelo per li meriti della vostra Passione. Questo solo io vi dimando, e questo spero.

IX. Fulcite me floribus, stipate me malis, quia amore langueo (Cant. II, 5). Il languire dell'anima è quando ella, scordata di sé e delle sue cose, non pensa che a cercar ristoro a' suoi amorosi languori coi santi desideri che sono i fiori, e colle opere sante che sono i frutti del divino amore.

Ah mio Dio sacramentato, giacché mi volete tutto per voi, fatemi quello che voi mi volete. Fatemi scordare d'ogni cosa che non s'appartiene al vostro amore. Accrescete sempre più in me i desideri di darvi gusto. E fate poi che questi fiori non sieno sempre fiori; fate che diventino ancora frutti con far io e patire qualche cosa per voi che avete fatto e patito troppo gran cose per me. O Dio, o Dio dell'anima mia, fatevi da me amare, ma amare da vero,18 non solo con parole, ma con fatti, prima che mi arrivi la morte.

X. Dilectus meus candidus et rubicundus electus ex millibus (Cant. V, 10). Il nostro diletto Gesù è tutto candido per la sua purità, e tutto rubicondo per le fiamme del suo divino amore. Agnello mio immacolato e tutto ardente d'amore verso di me, e quando sarà che mi rendiate simile a voi? puro come siete puro voi, giglio purissimo? ardente d'amore per voi come voi ardete per me? Sì ch'io rinunzio a tutti gli amori e mi eleggo solo il vostro amabilissimo amore, mio Dio, mio tutto. Andate, creature, che volete da me? Andate a farvi amare da chi vi cerca. Io voglio solo il mio Dio, e solo per Dio voglio serbare tutto il mio cuore e tutti gli affetti miei.



- 415 -





XI. Benignitas et humanitas apparuit Salvatoris nostri Dei. Dice S. Paolo (Tit. III, 4) che Dio con farsi uomo fece comparire nel mondo dove giungeva la sua benignità verso noi. Ma col porsi in questo sacramento fa sapere19 dove arriva la tenerezza del suo amore verso dell'anime. Nonne insania videtur dicere, manducate meam carnem, bibite meum sanguinem?20 Dice S. Agostino, non sembra una pazzia il dire a noi Gesù Cristo, come disse in quella notte beata: Accipite et comedite, hoc est corpus meum?21 Uomini, egli disse, io per farvi intendere quanto v'amo, voglio che venite22 a cibarvi delle mie stesse carni. Oh santa fede! E chi mai di noi avrebbe potuto tanto cercare? Chi mai neppure pensarvi, se Gesù non l'avesse pensato e fatto? Alcuni seguaci di Gesù Cristo, quando intesero ciò dalla sua bocca, cioè che voleva dar loro a mangiare il suo corpo, dissero che questa era una cosa troppo dura e che non la potevano credere né sentire: Durus est hic sermo et quis potest eum audire? (Io. VI, 61). E giunsero a partirsi da lui per non volerlo credere; ma pure è di fede che così è.

Ma che altro dimanda da noi Gesù Cristo con tutto ciò che per noi ha fatto, se non essere amato, come già fece intendere una volta il Signore al suo popolo? Et nunc, Israel, quid Dominus Deus tuus petit a te, nisi... diligas eum ac servias in toto corde tuo? (Deut. X, 12).23

Ah! mio Gesù amantissimo, e che cosa non date voi e non promettete a chi v'ama? Voi gli promettete il vostro amore: Ego diligentes me diligo (Prov. VIII, 17). Voi gli promettete i vostri abbracci, ancorché quello v'abbia già voltate le spalle: Convertimini ad me... et convertar ad vos (Zach. I, 3). Voi gli promettete di venire col Padre e collo Spirito Santo ad abitare per sempre nella sua anima: Qui autem diligit me



- 416 -



diligetur a Patre meo... et ad eum veniemus et apud eum mansionem faciemus (Io. XIV, 21).24

E che cosa più avete da promettere e dare per allettare gli uomini ad amarvi? Signor mio amabilissimo,25 già v 'intendo, voi volete essere amato ancora da me; sì ch'io v'amo con tutto il cuore; e se non v'amo, insegnatemi voi ad amarvi; fate voi ch'io v'ami e v'ami assai: Da quod iubes et iube quod vis.26

XII. Nolite me considerare quod fusca sim: quia decoloravit me sol (Cant. I, 5). L'ardore delle mie passioni, dicea la sacra Sposa - e più lo debbo dire io, o caro mio Gesù - m'ha difformata ed annerita: Nigra sum, sed formosa (Cant. I, 5).27 Ma se io son nera28 per le opere mie, son bella poi per li meriti vostri, o mio Redentore. Nera era io un tempo che stava sola e divisa da voi; ma ora che sto unita con voi, la vostra grazia, la vostra bellezza, il vostro amore mi han renduta bella. Sì, mio Gesù, così spero. Siatene sempre benedetto. Ma non permettete ch'io v'abbia più a perdere e torni all'antica mia bruttezza. Io v'amo, o bellezza infinita, e voglio che sia bella anche l'anima mia e sempre bella, acciocché piaccia sempre agli occhi vostri divini e voi la possiate sempre amare.

XIII. Trahe me: post te curremus in odorem unguentorum tuorum (Cant. I, 3). Giacché dunque, mio caro Gesù, non potendo io salire a voi stando in questa vita, avete voluto voi discendere a me per unirvi con me in questo Sacramento d'amore, tiratemi, Signor mio, tutto a voi. Io non voglio già tirare voi a me, acciocché mi accordiate le mie soddisfazioni; voglio che voi colle vostre dolci attrattive mi tiriate tutto a voi, sicché io altro non desideri e non faccia, che la sola vostra santissima volontà. È ragione che tutte le mie inclinazioni cedano alle vostre sante disposizioni. Unitemi su tutto a voi, e così unito, io sciolto dagli affetti terreni insieme con voi correrò nella via delle sante virtù, per giungere a riposarmi in questa e nell'altra vita solo nella vostra divina volontà. In pace in idipsum dormiam et requiescam.29



- 417 -





XIV. Introduxit me rex in cellam vinariam, ordinavit in me caritatem (Cant. II, 4).30 Già per questa cella vinaria intende S. Bonaventura la santa comunione, la quale all'anima introdotta e poi unita col suo divino Re fa gustare quel vino d'amore che abbatte gli appetiti delle cose create:31 infonde un amore tutto ordinato, cioè onesto verso se stesso, caritativo verso il prossimo, sommo verso Dio, amando sopra ogni cosa chi sopra ogni cosa merita d'essere amato.32

O Re mio Gesù, unico Signore del mio cuore, voi già m'avete introdotto in questa beata cella del vostro amore, cioè dentro voi stesso, unendomi con voi per mezzo di questo Sacramento d'amore. Sì, mio Signore, che già mi sento mutato il cuore. Sento un desiderio santo che mi dà pace, che mi fa nauseare gli affetti impuri e mi accende ad amare voi, mio Dio, con puro amore. Deh Gesù mio, giacché mi avete data l'entrata in questa beata cella, non permettete ch'io n'abbia più ad uscire. Giacché vi siete unito a me, non vi partite più da me. Staccatemi dagli amori creati. Unitemi sempre più a voi in questa terra, acciò venga un giorno ad unirmi perfettamente con voi in cielo, dove v'amerò con tutte le mie forze alla svelata, senza intervallo e senza imperfezione per tutta l'eternità.

XV. Dilectus meus descendit in hortum suum... ut pascatur in hortis et lilia colligat (Cant VI, 1). Mio dolcissimo Salvatore, giacché voi scendete dal cielo per venire all'anima mia, deh fate colla grazia vostra ch'ella diventi vostro giardino,



- 418 -



acciocché possiate raccogliere in essa e gigli e frutti a voi graditi. Perdonatemi se io vi ho offeso. Accoglietemi se vi ho lasciato, ora che pentito a voi ritorno. Donatemi quella purità che da me bramate. Datemi forza a fare quello che da me volete. Concedetemi il vostro vero amore, e così sarete da me compiaciuto. - Io vi sacrifico tutte le mie inclinazioni e desidero e voglio solo a voi piacere.

XVI. Dalla sacra Sposa è chiamato33 il suo diletto Totus desiderabilis.34 Gesù alle anime che l'amano da spose si fa tutto desiderabile, o le flagella o le consola: o si fa sentire vicino o lontano; perché tutto fa per amore e per essere amato. Trattatemi dunque, o Gesù mio, come voi volete: io sempre v'amerò; o mi darete dolcezze o tribolazioni, so che tutte mi verranno dal vostro Cuore amoroso, e che tutto sarà per mio maggior bene. Paratum cor meum, Deus, paratum cor meum:35 Ecco la mia volontà pronta, o Signore, ad abbracciare tutto quello che disponete.36 Benedicam Dominum in omni tempore:37 In ogni tempo o prospero o avverso sempre voglio benedirvi ed amarvi, o mio Creatore. Non cerco né merito già da voi consolazione io che vi ho date tante amarezze co' miei peccati: io cerco solo il vostro gusto. Purché restiate contento voi, io mi contento d'ogni pena. Gesù mio, Gesù mio, o lontano o vicino, sempre mi sarete desiderabile, sempre caro: o mi consolate o m'affliggete,38 e sempre vi voglio amare, sempre ringraziare.

XVII. Quae est ista quae ascendit de deserto deliciis affluens, innixa super dilectum suum? (Cant. VIII, 5). Deh, quali mai sono queste anime che stando sulla terra la stimano come un deserto? Onde staccate dalle cose visibili, vivono solo a Dio, come non vi fosse altro che Dio, che solamente amano ed a cui solo desiderano piacere; ed in tal modo quasi escon fuori della terra e sopra quella s'innalzano, godendo le delizie che gode chi vuole solo Dio ed appoggia solo a Dio tutte le sue speranze.

Quali mai sono quest'anime felici, se non quelle che spesso e con puro amore si uniscono con Gesù sacramentato? Sì,



- 419 -



mio Dio, tale desidero d'esser ancor io per mezzo della vostra grazia, staccato da ogni cosa e tutto vostro. Il mondo da oggi avanti sarà per me un deserto, dove fuggendo d'attaccarmi a qualsivoglia creatura, non voglio pensare che solamente a voi, come se non vi fosse altro che voi ed io. In voi solo voglio mettere tutta la mia confidenza, tutto il mio amore, o Dio, o Dio, mio amato,39 mia speranza, mio amore, mio tutto.

XVIII. Si murus est, aedificemus super eum propugnacula argentea: si ostium, compingamus illud tabulis cedrinis (Cant. VIII, 9). Questo appunto fa Gesù, quando viene ad un'anima colla santa comunione: vede ch'ella è muro già troppo debole per resistere agli assalti dell'inferno, onde colla virtù del Sacramento la fortifica con difese d'argento, cioè della sua luce divina. Vede ch'è porta facile a marcirsi, ed egli la rinnova componendola con tavole di fortezza e di perseveranza, significate40 per lo cedro ch'è legno forte ed incorruttibile, cioè coi doni del santo timore, col distacco dalle creature, coll'affetto all'orazione, colle preghiere, co' desideri santi, e più col dono del divino amore, che sono i sostegni della santa perseveranza.

Panis cor hominis confirmat.41 Gesù ci fa sapere che come il pane terreno conserva la vita del corpo, così il pane celeste della santa comunione conserva la vita dell'anima. Qui manducat me, et ipse vivet propter me.42 Qui manducat meam carnem et bibit meum sanguinem in me manet et ego in illo.43 Ecco le belle promesse che fa Gesù a chi lo riceve sacramentato.

Ah Gesù mio, chi più fragile ed infedele di me? Voi già lo sapete quante volte ho ceduto a' miei nemici: quante volte essi han guadagnata la porta, cioè la mia volontà, per cui sono entrati a rovinarmi con farmi perdere la vostra amicizia! Deh fortificatemi voi colla vostra luce e colla vostra fortezza, acciocch'io non v'abbia più da perdere o scacciarvi44 da me. Signore e Redentore mio caro, se ho da tornar ad offendervi, deh fatemi morire ora che spero di stare in grazia vostra ed



- 420 -



unito con voi. Non mi fido né voglio no, mio amato Gesù, vivere più senza voi. Ma io finché vivo son capace di mutar volontà e tornare a tradirvi come ho fatto per lo passato; aiutatemi voi. Aiutatemi ancora voi, abbiate pietà di me, Maria SS.;45 voi che siete la madre della perseveranza, voi ottenetemi questo dono dal vostro Gesù; a voi lo cerco, da voi lo spero, da voi lo voglio.

XIX. Inveni quem diligit anima mea; tenui eum nec dimittam (Cant. III, 4). Così dee dire ogni anima che sta unita con Gesù sacramentato: Creature, deh andate via da me, uscite tutte dal mio cuore. V'amai un tempo perché fui cieco; ora non v'amo più né vi posso più amare: ho trovato altro bene infinitamente più amabile di voi; ho trovato in me stesso il mio Gesù che tutto m'ha innamorato di sue bellezze; a questo amato mio già tutto mi son donato. Egli già m'ha accettato per suo, onde non sono più mio.46 Creature addio: io non sono né sarò più vostro, sono e sarò sempre del mio Gesù. Egli pure è già mio, e sarà sempre mio. Tenui eum nec dimittam. Ora l'ho stretto già al mio cuore ricevendolo nella santa comunione; per l'avvenire lo stringerò col mio amore e nol lascerò più partire da me.

Permettetemi47 voi, mio amabilissimo Salvatore, ch'io v'abbracci strettamente, acciò non m'abbia più a separare da voi. Ecco ch'io vi stringo con me, o Gesù mio; io v'amo, io v'amo, io v'amo e vorrei amarvi quanto voi meritate. L'unico mio contento e riposo voglio che sia l'amarvi e darvi gusto. Comandate voi alle creature che mi lascino e non mi sturbino; dite loro: Adiuro vos... ne suscitetis neque evigilare faciatis dilectam.48 Ah che se io non voglio, le creature non possono mai entrare a disturbarmi e dividermi da voi. Fortificate dunque voi la mia volontà; unite il mio misero cuore al Cuore vostro divino, acciocché voglia sempre tutto quello49 che volete voi; fatelo, Signore, per li meriti vostri. Amen, amen. Così spero, così sia.



- 421 -





XX. Surge aquilo et veni auster, perfla hortum meum et fluant aromata illius (Cant. IV, 16). Fuggi da me, o aquilone, vento nocivo e freddo degli affetti terreni; e vieni tu aura soave e calda di santo amore50 dello Spirito Santo, ch'esci dal Cuore del mio Gesù sacramentato; deh tu sola spira in tutta l'anima mia, eletta già da Gesù51 per suo orticello di delizie. Spira, perché al tuo spirare oh che nuovi e dolci odori di sante virtù usciranno da me. Gesù mio, Gesù mio, voi lo potete fare, da voi lo spero.

XXI. Messui myrram cum aromatibus meis (Cant. V, 1). Un'anima che ha ricevuto Gesù deve attendere a raccogliere mirra, acciocché possa dare sempre odore delle virtù che nascono dalla mortificazione. Comedi favum cum melle meo (l. cit.). L'anima similmente che ama solo Dio non si contenta del mele, vuole ancora il favo; ond'ella dice a Gesù: Signore, a me non bastano le tue consolazioni, se non mi dai te stesso che sei il fonte delle consolazioni; non mi bastano i frutti dell'amore, se non mi dai ancora te che sei l'oggetto del mio amore. Anzi vi dico, o Gesù mio, che voi solo mi bastate; io son pronto a rinunziarvi tutte le vostre dolcezze, purché io possegga voi solo, mio Dio ed ogni mio bene. Io v'amo, non per piacere a me, ma per piacere a voi che volete essere amato da me52 e meritate ogni amore dall'anime, o le consolate o le tribolate.

XXII. In loco pascuae ibi me collocavit, nihil mihi deerit (Ps. XXII, 2).53 Ah mio amatissimo Gesù, giacché voi m'invitate in questa mensa d'amore a cibarmi delle vostre carni divine, e che cosa può mai mancarmi? Dominus illuminatio mea et salus mea, quem timebo? (Ps. XXVI, 1). Di chi mai temerò, se voi, Dio onnipotente, siete la mia luce e la mia salute? Io mi dono tutto a voi. Accettatemi voi e poi trattatemi come volete; castigatemi, mostratevi meco sdegnato quanto volete, uccidetemi, distruggetemi, sempre io vi voglio dire con Giobbe: Etiamsi occideris me, in te sperabo (Iob XIII, 15).54 Purch'io sia vostro e purché v'ami, eccomi son contento d'esser



- 422 -



trattato da voi con ogni rigore; d'esser anche annichilato se così vi piace.55

XXIII. In manibus meis descripsi te; et muri tui coram oculis meis semper (Is. XLIX, 16). Ecco la cura amorosa che Dio ha di un'anima ch'egli vuole per sé: la porta scritta nelle sue mani per non dimenticarsene mai, dicendo che più presto una madre si può dimenticare del proprio figlio, ch'esso d'un'anima in grazia: Et si illa oblita fuerit, ego tamen non obliviscar tui (Is. XLIX, 15).

Et muri tui coram oculis meis semper. Egli tiene sempre gli occhi vigilanti alla difesa di quell'anima, acciocché i nemici non le facciano danno. - Scuto bonae voluntatis tuae coronasti nos (Ps. V, 13). Il nostro buon Dio circonda noi colla difesa della sua benigna volontà, tutta intenta al nostro bene e così ci libera da tutti i pericoli. Ah mio Dio, infinita bontà, che più d'ogni altro mi amate e desiderate il mio bene, in voi io mi abbandono tutto: manchimi ogni speranza e non mi manchiate voi. Conosco che ancor io56 debbo cooperarmi a seguir i vostri santi voleri. Domine, quid me vis facere?57 Altro non posso dirvi: Eccomi pronto e risoluto, mio dolce Signore, a far quanto a voi piace. Fiat voluntas tua. Altro non desidero, che di eseguir quello che voi volete. Ma aiutatemi voi, altrimenti non farò bene alcuno. Insegnatemi voi non solo a conoscere, ma a far insieme tutto quello che vi piace: Doce me facere voluntatem tuam.58 Fate, Eterno Padre, ch'io possa dire con verità quello che diceva il vostro Gesù stando in terra: Ego quae placita sunt ei, facio semper.59 Dio mio, questo desidero, questo cerco e questo spero per li meriti del vostro Figlio e di Maria santissima.

XXIV. Praebe, fili mi, cor tuum mihi (Prov. XXIII, 26). Anima mia, ecco tutto quello che dimanda da te il tuo Signore ora che viene a visitarti: vuole il tuo cuore, la tua volontà. Egli si dona a te senza riserba; è ragione che tu senza riserba ancora gli doni tutta te stessa, attendendo ad eseguir in te tutti i suoi santi voleri. Revertetur enim Dominus, ut gaudeat super te in omnibus bonis (Deut. XXX, 9). Fa che quando di nuovo



- 423 -



Gesù verrà a visitarti, possa egli compiacersi di veder da te eseguite tutte le sue disposizioni. Gesù mio, io vi voglio compiacere; soccorrete il mio desiderio voi. Datemi forza e fate a gusto vostro quel che vi piace di me.

XXV. Quid debui facere vineae meae et non feci? (Ier. V, 4).60 Anima mia, senti che dice il tuo Dio: Che dovea far io più per te, e non l'ho fatto? Io per tuo amore mi son fatt'uomo: Verbum caro factus sum. Da Signore mi son fatto servo: Formam servi accipiens.61 Sono arrivato a nascere in una stalla come un verme, giacché i vermi nascono nelle stalle: Vermis sum et non homo.62 Son giunto a morire per te e morire sopra d'un legno infame: Factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis.63 Che mi restava più da fare, che di dare la vita per te? Maiorem hac dilectionem nemo habet, ut animam ponat quis pro amicis suis.64 Ma più ha pensato di fare ed ha fatto per te il mio amore. Dopo esser morto, ho voluto lasciarmi nel SS. Sacramento per donarmiti tutto in cibo. Dimmi, che più doveva io fare per acquistarmi il tuo amore?

Signore e Redentore mio, avete ragione; che voglio rispondere? non ho che dire. Voi siete stato troppo buono con me, ed io sono stato troppo ingrato con voi. Ammiro la vostra immensa bontà, guardo la mia sconoscenza e mi butto a' piedi vostri con dire: Abbiate, Gesù mio, pietà di me che ho pagato il vostro amore con tanta ingratitudine. Vendicatevi, perciò vi dico, vendicatevi con me e castigatemi: ma con non abbandonarmi; castigatemi e mutatemi. Non permettete no ch'io viva più ingrato a voi. Fate che almeno per gratitudine io v'ami e renda prima di morire qualche ricompensa al vostro amore.

XVI. Pone me ut signaculum super cor tuum (Cant. VIII, 6). Sì, mio amato Gesù, giacché io vi ho consacrato tutto il mio cuore, è ragione65 ch'io vi metta per suggello d'amore sopra di esso, per chiudervi l'entrata ad ogni altro affetto, e così far sapere a tutti che il mio cuore è vostro e voi solo ne possedete il dominio. Ma, Signor mio,66 che sperate da me, se non lo fate voi? Io non posso far altro che donarvi il mio povero



- 424 -



cuore, acciocché ne disponiate a vostro piacere. Ecco che tutto ve lo dono, ve lo consacro, ve lo sacrifico. Voi possedetelo sempre, io non vi voglio avere più parte. Se voi l'amate, sappiatevelo conservare. Deh non lo lasciate più in mano mia, perché io ve lo tornerò a rapire.67 O Dio amabilissimo, o amor infinito, giacché tanto mi avete obbligato ad amarvi, vi prego,68 fatevi amare, fatevi amare da me. Io non voglio vivere se non per amarvi, né voglio amarvi, se non per darvi gusto. Voi che fate tanti miracoli per poter entrare nel cuor mio in questo Sacramento, fate quest'altro ancora, fate ch'egli sia tutto vostro, ma tutto, tutto, tutto, senza divisione, senza riserba, sicch'io possa dire in questa vita e nell'eternità che voi siete l'unico Signore del mio cuore e l'unica mia ricchezza. Deus cordis mei et pars mea, Deus, in aeternum.69

Maria Santissima, madre e speranza mia, aiutatemi voi e sarò certamente esaudito.70 Amen, amen. Così voglio, così spero, così sia.71

Communio Sanctorum

Communio Sanctorum


La Communio Sanctorum

San'Ignazio di Antiochia
(?-110)


San Benedetto da Norcia
(480 ca-543 ca)


San Francesco d'Assisi
(1182-1226)


Santa Teresa di Lisieux
(1873-1897)



Sant'Antonio di Tebe
(250 ca-357)


San Sergio di Radonez
(1314-1392)


San Nicola di Flue
(1417-1487)


San Giovanni della Croce
(1542-1563)


San Serafino di Sarov
(1759-1803)


Teofane il recluso
(1815-1894)


San Giuseppe Freinademetz
(1852-1908)


San Charbel Makhlouf
(1828-1898)


Beato Contardo Ferrini
(1859-1902)


San Silvano del Monte Athos
(1866-1938)


Maria von Morl
(1812-1868)


Beato Ivan Merz
(1896-1928)


Don Luigi Bosio
(1909-1994)


Benedetta Bianchi Porro
(1936-1964)

http://www.figlididio.it/communio/index.htm

Audiolibri MP3: Scritti e vite dei santi

Download

sábado, 8 de dezembro de 2012

Servo di Dio Carlo Acutis : Segreti specialissimi per raggiungere velocemente questo tragurado della santità

Ho deciso però di aiutarti confidandoti alcuni miei segreti specialissimi per
raggiungere velocemente questo tragurado della santità:

1) Bisogna volerlo con tutto il cuore e se non lo desideri ancora devi chiederlo
con insistenza al Signore
2) Cerca di andare tutti i giorni alla Santa Messa e di fare la Santa Comunione3) Ricordati di recitare ogni giorno il Santo Rosario4) Leggiti ogni giorno un brano della Sacra Scrittura5) Se riesci fai qualche momento di Adorazione Eucaristica davanti al Tabernacolo dove è presente realmente Gesù così vedrai come aumenterà prodigiosamente il tuo livello di santità7) Se riesci confessati tutte le settimane anche i peccati veniali8) Fai spesso propositi e fioretti al Signore e alla Madonna per aiutare gli altri9) Chiedi continuamente aiuto al tuo Angelo Custode che deve diventare il tuo
migliore amico



Sant’ Agata
Sant’ Agnese
Venerabile Agnese di Baviera
Beata Albertina Berkenbrock
Servo di Dio Aldo Blundo
Servo di Dio Aldo Marcozzi
Alexia González-Barros y González
Beato Andrea di Phu
Beato Andrea (Oxner) da Rinn
Serva di Dio Anfrosina Berardi
Angela Iacobellis
Servo di Dio Angelino Cuccuru
Angelina Zampieri
Angiolino Bonetta
Serva di Dio Anna (Anka) Kolesarova
Anne de Guigné
Beata Antonia Mesina
Venerabile Antonietta (Nennolina) Meo
Servo di Dio Antonino Pisano
Antonio Ferrer Rodrigo
Auguste Viale
Serva di Dio Barbora Umiastauskaite Zagariete
Beato Bartolomé Blanco Marquez
Bernardo Lehner
Bianca Chilovi
Serva di Dio Bodi Maria Magdolna
Beata Carolina Kozka
Venerabile Cecilia Eusepi
Cesare Bisognin
Serva di Dio Chiara Luce Badano
Santa Clelia Barbieri
Coleta Meléndez Torres
Serva di Dio Concetta Lombardo
Beati Cristoforo, Antonio e Giovanni
Beato Czeslaw Jozwiak
Daniela Zanetta
Santa Devota
Dino Zambra
Venerabile Domenico Blasucci
San Domenico del Val
San Domenico Savio
Domenico Zamberletti
Sant’ Edoardo II il Martire
Beato Edoardo Kazmierski
Beato Edoardo Klinik
Venerabile Egidio Bullesi
Serva di Dio Elena Spirgevidutè
Sant’ Elisabetta d’Ungheria
Beati Emanuele Gomez Gonzalez ed Adilio Daronch
Sant’ Emerico d’Ungheria
Fabio Bilancini
Servo di Dio Faustino Perez-Manglano
Fernando Calò
Beato Filippo Hernandez Martinez, Zaccaria Abadia Buesa e Giacomo Ortiz Alzueta
Francesco Besucco
Beato Francesco Kesi (Franciszek Kesy)
Beato Francesco Maqueda Lopez
Venerabile Francesco Maria Castelli
Francesco Salmeri
Beato Francisco de Paula Castello y Aleu
Santos Franco Sánchez
San Gabriele dell’Addolorata
Galileo Nicolini
Servo di Dio Gedeone Corrà
Giacomo Maffei
Beato Gildo (Jildo) Irwa
Servo di Dio Gino Pistoni
San Giorgio
Giorgio Vacchina
Santa Giovanna d’Arco
Giovanna Kiri Di Maria
Beato Giovanni (Juan) Gonga Martinez
Beato Giovannino (Costa)
Servo di Dio Girolamo Tiraboschi
Santa Giulia
Beato Giuseppe Casas Ros
Giuseppe Engling
Servo di Dio Giuseppe Fanin
Servo di Dio Giuseppe Ottone
Beato Grimoaldo della Purificazione (Ferdinando Santamaria)
Beato Guglielmo di Norwich
Guido di Fontgalland
Servo di Dio Gustavo Maria Bruni
Herman Wijns
Beata Imelda Lambertini
Santi Innocenti
Serva di Dio Irene Stefani (Maria Mercede)
Isabel Cristina Campos
Beato Isidoro Bakanja
Serva di Dio Josefina Vilaseca Alsina
Beato José Sanchez Del Rio
Beata Kateri (Caterina) Tekakwitha
Beata Laura Vicuna
Beata Lindalva Justo de Oliveira
Lorena D’Alessandro
Beato Lorenzino Sossio
Luca Greco
Serva di Dio Luigia Mazzotta
Servo di Dio Luigi Lo Verde
Servo di Dio Rolando Rivi
Santa Maddalena da Nagasaki
Sante Martiri Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu
San Luigi Gonzaga
Venerabile Maggiorino Vigolungo
Marcela Crux Atempa Morales
Beato Marcello Callo
Beata Maria Antonia Bandrés y Elósegui
Maria Carmelina Leone
Seglar Maria de la Luz Cirenia Camacho González
Venerabile María del Carmen González-Valerio
Serva di Dio María del Pilar Cimadevilla “Pilina”
Maria de San José Parrà Flores e Coleta Meléndez Torres
Santa Maria Goretti
Maria Isoardo
Beato Jarogniew Wojciechowski
Maria Lichtenegger
Serva di Dio Maria Montserrat Grases Garcia
Maria Teresa Albarracin
Maria-Teresa González-Quevedo
Maria Vieira da Silva
Beata Marie-Céline de la Présentation (Jeanne Germaine Castang)
Mario Fani
Marisa Morini
Marisa Porcellana
Santi Martiri Giapponesi
Matild de Manzzotti
Michele Magone
Nellie Organ
Servo di Dio Nicola d’Onofrio
Ninni Di Leo
Beato Nunzio Sulprizio
Beata Panacea Dé Muzzi
San Pancrazio
Paola Adamo
Serva di Dio Paola Renata Carboni
Pasqualino Canzii
I pastorelli di Fatima
Beato Pedro Calungsod
Petriukas (Pietro) Percumas
Beato Piergiorgio Frassati
San Pietro Yu Tae-ch’ol
Serva di Dio Rachele Ambrosini
Roderick Flores
Beato Rodolfo di Berna
Servo di Dio Salvo D’Acquisto
Serva di Dio Santina Campana
Serva di Dio Santa Scorese
Sergio Poggi
Sigmund Ocasion
Servo di Dio Silvio Dissegna
Simona Tronci
Beato Simonino (Simone) di Trento
Santa Sofia (Sonia)
Santo Stanislao Kostka
Stephen Kaszap
Beata Teresa Bracco
San Tarsicio (o Tarcisio) di Roma
Santa Teresa di Gesù Bambino (di Lisieux)
Santa Teresa di Gesù delle Ande (Giovanna Fernandez Solar)
Servo di Dio Teresio Olivelli
Sant’ Ugo di Lincoln
Servo di Dio Fra Venanzio Maria Quadri
Serva di Dio Veronica Antal
San Vito
Servo di Dio Walter Elías Chango Rondeau
Willy De Koster
Xavier Ribas
Venerabile Zeffirino Namuncurà
Serva di Dio Maria Orsola Bussone
Alberto Marvelli
Andrea (Oxer) da Rinn
San Cristoforo della Guardia
Beati Cristoforo, Antonio e Giovanni
San Domenico del Val
Sante Fede, Speranza e Carità
Servi di Dio 6 Fratelli Ulma
Beato Giovannino Costa
Santi Innocenti Martiri
Beato Lorenzino Sossio da Marostica
Sante Lucia Wang Cheng, Maria Fan Kun, Maria Qi Yu e Maria Zheng Xu
Venerabile Mari Carmen Gonzalez-Valerio
Serva di Dio Maria Vieira da Silva
San Pancrazio
San Riccardo di Pontoise
Beato Simonino di Trento
San Tarcisio
Beata Teresa di Gesù
Santi Tommaso Cesaki, Antonio da Nagasaki e Lodovico Ibarki
Sant' Ugo di Lincoln
Beato Adilio Daronch
Sant’Agata
Servo di Dio Alberto Michelotti
Beato Andrea di Phu Yen
Servo di Dio Angelo Bonetta
Serva di Dio Arcangela Filippelli
Beato Bartolomeo Blanco Marquez
Venerabile Bruno Marchesini
Servo di Dio Carlo Grisolia
Beata Caterina Tekakwitha
Serva di Dio Coleta Menendez de la Torre
Sant’Edoardo II d’Inghilterra
Sant’Elisabetta d'Ungheria
Beato Felipe Hernandez Martinez
Serva di Dio Fernanda Paola Lorenzoni
Sant’Emerico d’Ungheria
San Gabriele dell'Addolorata
Venerabile Galileo Nicolini
Beato Jaime Ortiz Alzueta
Servo di Dio Luigi Raineri
Santa Maddalena Nagasaki
Beata Maria Celina della Presentazione
Servo di Dio Mario Giuseppe Restivo
Serva di Dio Marta Obregon Rodriguez
Beata Panacea de’ Muzzi
Beato Piergiorgio Frassati
Beato Zacarias Abadia Buesa
Beato Zeffirino Namuncurà
Angelina Zampieri
Bianca Chilovi
Carlo Acutis
Carlo Betanzos
Cesare Bisognin
Domenico Zamberletti
Ezio Marengo
Fabio Bilancini
Fernando Calò
Giacomo Maffei
Giacomo Maffei
Guido Acquadro
Guillerno Solis
Herman Wijns
Laura Rossi
Leo BurgerLeo BurgerLeo Burger
Luca Greco
Manuel Malgarejo
Marcela Crux Atempa Morales
Maria Letizia (Cilla) Galeazzo
Mario Fani
Marisa Morini
Marisa Porcellana
Michele Magone
Nellie Organ
Paola Adamo
Petriukas (Pietro) Percumas
Roderick Flores
Sigmund Occasion
Tomas de la Mora
Emer Mezzanotte
Venerabile Carla Ronci
Alessandro Galimberti
Beato Juan Duarte Martín
Marco Santamaria
Giulia Gabrieli
http://www.carloacutis.com/pages/amis.html